
Dal diario di Luca F.
***********************Catez, 18 Agosto 2011*****************************
Caro Diario,**********************************************************
ti scrivo da Catez, un paese in Slovenia, al confine croato; il paesino di per sé non è molto bello, ci sono un castello antico che non ho visitato ed un pittoresco ex serbatoio dell’acqua in legno; sinceramente non ha suscitato nulla in me e in nessun altro componente del gruppo con cui ho fatto il viaggio. Infatti la vera attrazione di Catez sono le piscine termali del camping a cinque stelle. Le piscine, pur essendo termali, sono dotate di scivoli pazzeschi tra cui: un toboga buio, in cui le luci penetrano solo tramite dei fori sparsi proprio per creare l’effetto di tunnel buio, lo scivolo è lento, ma è molto interessante. C’è poi uno scivolo che è un qualcosa di mitico, roba da matti, incredibile, indefinibile. Praticamente sali su un gommone a due posti, una volta partito ti ritrovi in una specie di tornante a 360 gradi, fuori dal buio tornante ritorni all’aria aperta con un Kamikaze di circa venti metri a pendenza 18 gradi; poi arrivi su una rampa acquatica, sali, sali finché non arrivi al limite e poi si scende a velocità pazzesca, roba da brividi o da urlo, non so come dire, qualcosa di mai visto o provato prima. Dopo questa discesa si arriva ad una collinetta su cui si sale a tutta velocità e si scende quasi con un salto per terminare poi in una vasca d’acqua. C’è un altro scivolo bello come questo: inizia con una discesa a 18 gradi, per terminare poi in una specie di imbuto dal quale esci tramite un foro nel bordo e cadi poi in acqua. Gli altri due scivoli non erano emozionanti come questi due.
Il campeggio è anche dotato di piazzole molto grandi, infatti, io e Niccolò, un mio grande amico, ci siamo ampiamente stati con i nostri camper.
Io e Niccolò? Due amici inseparabili, nonostante siamo esattamente il contrario: lui è basso, io sono piuttosto alto, lui ha un po’ di chili di troppo, io non ne ho, lui ha il suo cellulare sempre spento, io quasi sempre acceso, io faccio molto sport e corro tanto, lui fa golf e non corre per nulla, e un milione di altre cose differenti, ma c’è un qualcosa che ci fa stare sempre insieme nonostante le differenze fisiche e caratteriali. Lui ha avuto paura a scendere da molti scivoli a Catez, ed è stato irremovibile; conoscendolo, avrei potuto anche lasciar perdere e non cercare continuamente di convincerlo sapendo, che tanto, la paura e il terrore l’avrebbero vinto. Niccolò è stato affascinato dal resto del campeggio e in modo particolare dai bungalow bellissimi: palafitte in legno, tutte uguali, galleggiavano su un lago; c’era anche una canoa per fare un giro nel laghetto, cosa che io non ho fatto perché il lago non era molto pulito; inoltre c’era un villaggio indiano con capanne colorate e spaziose, tutte decorate con disegni tipici indiani.
Penso che non rivedrò mai più un camping così, me ne sono innamorato a tal punto da non volerlo lasciare mai. Ma prima o poi tutte le cose belle sono destinate a finire, come te, caro diario, perciò ti saluto e ti dico: “Alla prossima!!!”.
*******************************************************Luca F.***********


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