I giovani scoprono la mafia
I ragazzi di terza media imparano a conoscere e ad osservare da vicino questa realtà
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Il giorno 5-11-2011 le classi, III F e III B della scuola media E. Fermi di Lainate, si sono recate a Garbagnate Milanese e precisamente al vecchio bar della stazione, ora bottega dell’equo-solidale, per visitare un bene confiscato alla mafia. Giunti alla Bottega Del Grillo sono
stati accolti da una volontaria di “Libera”, Anna De Nicola, e dalla presidente della Bottega del Grillo, Signora Cristina Seveso. Questi ha spiegato in modo approfondito la storia dell’edificio, cos’è la mafia e che cosa possiamo fare tutti noi per promuovere la legalità.
Il bar fu riaperto nel 2008 dopo l’ approvazione della legge 109/1996 che completava la legge Rognoni – La Torre.
La legge in questione non aveva previsto procedure di gestione e di riutilizzo dei beni confiscati.
La legge n. 109/96 vieta la vendita dei beni confiscati, eliminando così il rischio che i beni stessi vengano riacquistati dalle mafie, tramite prestanome, con denaro frutto di traffici illeciti. Prevede inoltre che i beni confiscati vengano destinati ad uso sociale in tempi brevissimi (circa un anno). L’uso sociale dei beni confiscati aiuta a scardinare il consenso sociale che le mafie hanno sul territorio.
La legge 109/96 è stata il primo impegno dell’associazione LIBERA, nata nel 1994 per coordinare e supportare le molteplici associazioni antimafia.
Ci vollero un milione di firme, per approvarla.
Un bene confiscato non riaperto è una vittoria per la mafia!!
In questo caso, l’immobile confiscato è affidato al Grillo Parlante, associazione facente parte di Libera. Quest'ultima è una rete di associazioni; prende il nome da Libero Grassi, un imprenditore siciliano, che ha avuto il coraggio non solo di non pagare alla mafia il pizzo, ma di denunciarlo pubblicamente sia alla televisione che ai giornali. Per questo motivo fu assassinato il 29 Agosto 1991.
Tanti volontari e volontarie scelgono di fare un'esperienza di volontariato e di formazione civile sui terreni confiscati alle mafie gestiti dalle cooperative sociali di Libera Terra. Segno questo della volontà , diffusa tra i giovani, di essere i "protagonisti" e di voler tradurre questo impegno in una azione concreta di responsabilità e di condivisione.
La cultura fondata sulla legalità e giustizia sociale si contrappone alla cultura della violenza, del privilegio e del ricatto. Si dimostra così, che è possibile ricostruire una realtà sociale ed economica fondata sulla pratica della cittadinanza attiva e della solidarietà.
Dalle testimonianze dei ragazzi si percepisce che l’intervento delle volontarie è stato molto utile agli alunni per capire meglio l’argomento già affrontato in classe, anche se la parte più bella è stata la seconda. La bottega non mette in vendita solo prodotti equosolidali, ma anche alimenti provenienti da terre, principalmente situate in Puglia, confiscate alla mafia. Proprio per questo motivo è stato offerto a tutti i presenti un assaggio dei prodotti.
Abbiamo imparato che la mafia può essere sconfitta e ciò deve iniziare dai gesti quotidiani che già noi ragazzi possiamo mettere in atto con i nostri comportamenti
Una volta tornati a scuola, dopo aver discusso di quello che avevano ascoltato e capito quella mattina, la professoressa di lettere ha voluto approfondire l’argomento con la visione di un film dal titolo: “I cento passi”. Si racconta, attraverso la vita di Peppino Impastato, cos’è la mafia e di come sia difficile combatterla . Una pellicola impegnativa ma ad effetto.
Giorgia C. e Angelica P.
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